la mia vita senza te.
Per chi (spero la maggioranza degli italiani), fosse rimasto sintonizzato in questi due giorni di par condicio davanti ai principali telegiornali italiani si sarà sicuramente accorto della bellezza dell’Italia senza la politica italiana. Per quelli come me che non credono alle interviste per strada, perché sottoposte all’arbitrio di troppi, i giorni che stiamo vivendo (e destinati a finire troppo presto) sono sbalorditivamente d’inenarrabile bellezza. Privati di tagli e montaggi atti a far sembrare ogni singolo passante un ripetitore di sentenze esorte, come a non considerare che il passante possa anche essere un cretino, ogni politico una macchina del buon senso, anche se falso come Giuda, e ogni piazza e ogni teatro stracolmo di cittadini con una precisa posizione politica, pur trattandosi dello sgangherato stadio di Ciccio Scapellato di Scicli, (quasi) tutti i Tg nazionali sembrano improvvisamente ritrovare una ragione d’essere. Tra gli effetti positivi (pochi, pochissimi, chi ne conta più di un paio ce li dica) della campagna elettorale, c’è il fatto che per almeno due giorni in televisione tornano a imperversare le Notizie. Al momento di scrivere ho visto almeno quattro telegiornali per tre edizioni consecutive. Tolto il Papa, al Tg3 si sono occupati delle frodi alimentari extra-Findus ai danni dei consumatori. Al Tg5, si sono ricordati che “la mafia si infiltra dentro lo Stato" e che “La rivolta contro il racket è un buon segno". Al Tg2 hanno dedicato almeno quindici minuti al cinema (per via degli Oscar) e alla musica (per via del nuovo progetto di Thom Yorke e del rapper Kendrik Lamar). Al Tg1, hanno rammentato persino gli alluvionati di Genova del novembre di due anni fa. Perché tutto questo? Perché in Italia soltanto tolta la politica si riescono ad affrontare le questioni che la politica dovrebbe curare. Per i telegiornali (e forse pure per i giornali) l’assenza del dibattito politico è il massimo auspicabile per la cultura democratica. E, dopo giornate intere passate a sentire Berlusconi che dava del cornuto a Monti che diceva “mai con il PD!" mentre Vendola gli rispondeva “machitesencula!" moderato da Bersani che attaccava Grillo che simpatizzava con Casa Pound (e mandava a quel paese tutti gli altri) che si distaccava da Storace che dava della Gestapo a Ingroria che diceva che Giannino era un buffone mentre Pannella e la Bonino protestavano per conto loro contro Renzi che prendeva a male parole la Meloni in una vecchia puntata de Il Testimone su Mtv, abbiamo capito che dare retta a tutta questa gente è soltalto accanimento terapeutico. Certo, a quarant'anni dovrei aver capito che lo slogan “ANARCHIA UNICA VIA!" suona bene solo sui muri delle città. Ma si sa che i muri sono anche depositari di enormi verità sociali. Ad esempio, dalle parti della fermata della metro di Centro Giano c’è una grossa scritta nera, su sfondo giallo, che recita pressappoco così: “Vota te stesso, così capisci meglio che deficiente sei". Punto esclamativo.
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