Dio è anarchico
L’Anarchia è perfezione. Come tale è irraggiungibile, irrealizzabile, inapplicabile.
Partiamo da un semplice concetto: lo Stato (che sia re, presidente, dittatore, parlamento, magistratura; che sia uno, che sia cento) non potrà mai soddisfare a pieno le esigenze dei suoi cittadini, non potrà mai agire nella piena giustizia del diritto naturale, non potrà mai evitare di abusare del potere che gli è concesso dalla collettività, persino involontariamente. Lo Stato perciò non è mai corretto, può altresì risultare meno scorretto. Quindi lo Stato non è una fortuna da esaltare bensì un bisogno da sopportare, ed è con questo spirito che andrebbe costruttivamente criticato. Paradosso. Nei ministeri, nelle aule di tribunale, nelle stazioni di polizia, andrebbe affisso sul marmo un’iscrizione del genere “Preghiamo i cittadini italiani di sopportare la nostra tanto fastidiosa quanto insostituibile presenza”.
Parentesi. In una società ideale il politico è servo di tutti, il magistrato è difensore del debole, il poliziotto è promotore di non-violenza. E’ vero che questa società è irraggiungibile proprio in quanto ideale ma alcuni paesi nord-europei si avvicinano (ben più del nostro) a questi utopistici obiettivi.
E’ possibile fare a meno dello Stato? La storia ci insegna che un vuoto di potere produce più sangue e distruzione del regime precedente, la natura dell’uomo maturo è infatti tendenzialmente rapace ed egoistica. Un esempio recente: la Jugoslavia post-Tito. La risposta è quindi no, lo Stato è un bisogno vitale ed insostituibile. Anche se spesso e volentieri partorisce abusi di potere, limita irrimediabilmente la libertà individuale e rischia di provocare guerre che io definisco astratte, nel secolo scorso decine di milioni di anime andarono al macello nel nome di un sentimento nobile come l’amor di Patria. Sentimento che lo Stato (proprio lui!) riuscì a tramutare in un becero nazionalismo spesso sfruttando l’onda d’urto ideologica (marxismo, fascismo, nazionalsocialismo, imperialismo, liberismo, francesismo).
E’ proprio a cavallo tra i due conflitti mondiali che prende corpo il movimento anarchico (ma il seme germogliava da oltre un secolo) che avrà la sua più significativa espressione nel sindacato anarchico spagnolo che conterà un enorme numero di adepti per essere poi soppreso dalla dittatura di Franco che seguì la guerra civile. In contrapposizione con un’esasperazione dello Stato così innaturale non poteva non crescere un naturale istinto libertario. Un istinto anarchico.
L’Anarchia è applicabile? A livello teorico prevede la totale libertà dell’individuo, la fraternità universale, la pace assoluta. L’abolizione delle istituzioni, della magistratura, della polizia, dell’esercito, della Chiesa e della proprietà privata. Chi fa si che tutto ciò sia abolito? Il cittadino stesso. E si ritorna al discorso già intrapreso per lo Stato: può il cittadino agire nella piena giustizia del diritto naturale ed evitare di abusare del suo (ora incontrollabile) potere? La risposta è no, quindi l’Anarchia è inapplicabile.
Ma non per questo l’Anarchia deve essere bollata come una follia e l’anarchico come un insano di mente, un deficiente o un criminale. E’ un utopia si, ma non un’utopia errata in se stessa, cosa che al contrario fu il marxismo (oppressivo e illiberale ancor prima che utopistico). L’Anarchia è perfetta.E’ l’uomo l’essere imperfetto, lui è l’indegno di un dono perfetto, perché incapace di riceverlo ed applicarlo, oggi e per sempre.
L’uomo è imperfetto in quanto uomo, se fosse perfetto sarebbe un Dio. Ecco quindi che l’Anarchia è realizzabile solo se l’uomo è Dio. Dirò di più: Dio stesso è anarchico in quanto indipendente da qualunque potere. La ricerca di un’Anarchia (che non è ne caos, ne violenza, ne disordine) è quindi una ricerca di perfezione, paradossalmente una ricerca di Dio.
Riassunto del mio pensiero. L’Anarchia è perfetta; lo Stato tende a sbagliare ma è insostituibile e necessario; l’uomo è imperfetto e perciò l’Anarchia inapplicabile.
Ma per quanto mi riguarda non posso che amarla come utopia e credo che se presa come cometa non possa che condurre al bene, o al male minore. Se ogni politico, magistrato o poliziotto si ricordasse che quella è la vera giustizia, mentre lui altro non è che una necessità il mondo sarebbe migliore, o meno peggiore.
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